Intelligenza Artificiale in salute: un Manifesto per la sanità intelligente

Conosco poco l’Intelligenza Artificiale o Artificial Intelligence (AI) e, proprio per questo, ne sono affascinata e un po’ spaventata. La mia prima domanda ricorrente a riguardo è forse quella di tanti: ma davvero le macchine imiteranno e sostituiranno il cervello umano? Probabilmente, più che una prospettiva è già una realtà. Quel che è certo è che l’AI è più di un robot pensante ed è un tema molto discusso perché è destinata a essere sempre più presente nelle nostre vite.

Non a caso, l’Intelligenza Artificiale è stata al centro del Convegno “L’innovazione al servizio della salute. Verso un manifesto per una sanità “intelligente”, svoltosi lo scorso 23 ottobre e organizzato da I-Com, Istituto per la Competitività, in collaborazione con Cattaneo Zanetto & Co.

A partire da questo punto, mi sono fatta altre domande: come si applica l’AI nella sanità, come agisce in concreto l’Intelligenza Artificiale nella vita quotidiana e come influenza la nostra salute? Le domande sarebbero ancora tante, ma ora ho un quadro più chiaro – e non esaustivo – che riporto in questo articolo.

Intelligenza Artificiale in salute

Intelligenza Artificiale in salute – www.pixabay.com

A cosa serve l’Intelligenza Artificiale per la salute?

È una realtà ovvia a tutti: il digitale ha permeato ogni aspetto della nostra vita, inclusa la salute individuale e la sanità pubblica e privata. La facilità dei mezzi ha modificato:

  • Le abitudini dei pazienti che cercano sintomi online prima ancora di rivolgersi al proprio medico.
  • Il lavoro e l’organizzazione delle strutture sanitarie che devono imparare nuovi modi di rapportarsi agli assistiti proteggendo la propria autorità scientifica e professionale.

L’Intelligenza Artificiale è di grande aiuto agli uni e agli altri.

Un po’ di tempo fa ho spiegato come i Big data rivoluzionano la sanità. L’incessante e corposo flusso di informazioni individuali su come stiamo e cosa facciamo per cercare un medico, informarci su una terapia e curarci è usato per estrapolare i dati rilevanti e aggregarli in modo da avere numerosi benefici sanitari:

  • Diagnosi precoce che si traduce in minori costi e maggiore precisione, presupposto al prossimo punto.
  • Definizione di una medicina di precisione per agire con efficacia dove e come serve, e di una medicina predittiva per evitare lo sviluppo di patologie.
  • Cure tempestive.
  • Telemedicina diffusa per garantire una migliore assistenza al paziente.
  • Ottimizzazione dei costi per la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci.
  • Chirurgia robotica sicura.
  • Conoscenze cliniche condivise.
  • Medicalizzazione ridotta perché circoscritta ai casi che davvero ne necessitano.
  • Tecnologie al servizio di strumenti più performanti per i pazienti e i medici.

Perché un Manifesto per la sanità intelligente?

Come si dice in Spiderman, “da un grande potere derivano grandi responsabilità”. L’Intelligenza Artificiale ha il potere di migliorare le condizioni di tutti gli stakeholders (le parti interessate) del sistema sanitario, ma per farlo deve usare Big data sensibili ed entrare nella quotidianità delle persone. Questi processi devono essere gestiti con attenzione e responsabilità, per questo si è resa necessaria la definizione di un Manifesto per una sanità intelligente.

Gli 8 punti del Manifesto si rivolgono a tutti i protagonisti italiani – istituzioni, imprese, esperti, società civile – con l’obiettivo di invitare a cogliere le opportunità della sanità digitale e metterci al passo con altri paesi europei che già beneficiano dell’Intelligenza Artificiale nella salute. In breve, gli 8 punti del Manifesto:

  1. L’accesso all’innovazione è parte integrante del diritto alla salute sancito dalla Costituzione.
  2. La completa digitalizzazione della sanità italiana è necessaria per implementare le soluzioni AI.
  3. L’Intelligenza Artificiale migliora qualità ed efficienza del rapporto quotidiano tra cittadino e Pubblica Amministrazione.
  4. La corretta informazione sull’AI rende i cittadini e le imprese consapevoli dei benefici e delle opportunità.
  5. Nessuna macchina sostituirà mai l’autorità del medico, che resta centrale per lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale applicata alla salute.
  6. L’implementazione dell’AI va di pari passo con lo sviluppo delle tutele legali per garantire privacy e sicurezza individuali.
  7. Creare le competenze del futuro per definire nuove figure professionali a partire dalle conoscenze attuali.
  8. Monitorare con costanza il mercato del lavoro sanitario. 

È possibile consultare il Manifesto per una sanità intelligente per leggere il dettaglio e il commento a ogni punto.

Cosa sta già facendo l’Intelligenza Artificiale per la salute?

Secondo uno studio del 2016 condotto da Frost & Sullivan, entro il 2021 il mercato dell’Artificial Intelligence per l’Healthcare dovrebbe raggiungere 6,6 miliardi di dollari. Come si prepara l’Italia? Tagliando del 10% la spesa informatica per la sanità nel 2018 (dato emerso durante il Forum dell’Innovazione per la salute 2017).

Eppure, i risultati dei progetti avviati nel resto del mondo dovrebbero incoraggiare istituzioni e imprese ad avere fiducia nell’Intelligenza Artificiale applicata alla salute.

Uno dei programmi più noti e sorprendenti è IBM Watson, usato da numerosi ospedali americani perché capace di scandagliare in breve tempo milioni di referti medici, contestualizzare i dati (strutturati e non) e suggerire ai medici le informazioni più rilevanti per formulare diagnosi e percorsi terapeutici.

Anche Google ha un ramo dedicato alla ricerca sull’Intelligenza Artificiale, si chiama Google Deepmind Health. Il progetto nasce con l’obiettivo di migliorare i servizi sanitari attraverso l’analisi dei referti medici e l’aggregazione dei dati raccolti, per esempio, tramite app in grado di individuare i fattori di rischio per una determinata malattia, o algoritmi capaci di individuare i tessuti cancerosi.

Le startup sono le imprese che meglio intercettano le potenzialità della ricerca tecnologica per trarne maggiori benefici. Lo scorso febbraio, CBinsight ha pubblicato un articolo incentrato su 106 startup del settore healthcare che stanno sviluppando algoritmi e sistemi di AI. Gli obiettivi? Offrire ai pazienti un assistente virtuale, diminuire il tempo per individuare il medicinale giusto, analizzare immagini e lastre mediche per diagnosticare le malattie.

Un esempio pratico è dato dall’infermiera virtuale sviluppata da una startup medica di San Francisco, Sense.ly. L’infermiera è un avatar che aiuta medici e pazienti a monitorare e gestire la propria salute in modo migliore. Il volto sorridente e la voce dolce dell’infermiera è un’interfaccia che utilizza il machine learning per supportare le persone con malattie croniche tra una visita medica e l’altra. 

L’Intelligenza Artificiale non è un concetto nuovo, ma sono nuovi gli scenari che sta delineando nella nostra vita. Con quali vantaggi e rischi? Beh, non tutte le domande hanno ancora una risposta.

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