Mi racconto. Il progetto di Medicina Narrativa di GVM Care & Research che dà voce alle donne con il tumore al seno

È una fredda mattina di fine gennaio quando decido di andare al Teatro Margherita di Bari per Mi racconto. Il potere terapeutico delle parole, il progetto di Medicina Narrativa promosso da GVM Care & Research.

Sui pannelli neri dello spazio espositivo campeggiano undici grandi scatti del fotografo veronese Maurizio Marcato, ciascuno illuminato da un faretto che mette in ombra il resto. In quel momento ero sola, una condizione fortunata che mi ha permesso di abbandonarmi, senza distrazioni, all’atmosfera d’intima complicità con le protagoniste dei racconti: le parole delle donne colpite dal tumore al seno.

Mi racconto. Il potere terapeutico delle parole. Mostra di GVM Care & Research

Mi racconto. Il potere terapeutico delle parole. Mostra di GVM Care & Research

Gli scatti d’autore sono potenti e poetici. Restituiscono con forza il coraggio e la paura della scoperta, dell’accettazione e del cambiamento inevitabili per chi deve affrontare un tumore. La mostra, però, è molto più di un’esposizione fotografica. È un racconto sfaccettato, personale e corale. Ogni storia è unica – come chi la vive – e al contempo è parte della narrazione di uno stesso tema: la malattia e il percorso terapeutico necessario per superarla.

Ciascuna fotografia è corredata di una didascalia e di un QRcode che rimanda a un video su Youtube in cui, sul fermo immagine dello scatto, scorre la voce narrante della donna che racconta la propria storia.

Mi sono detta che, probabilmente, per queste persone colpite da un tumore è stato terapeutico esprimere e mettere in ordine gli avvenimenti e le emozioni, darne forma attraverso le parole. Terapeutico al punto da trasmettere speranza e fiducia. Ho letto altri racconti pubblicati sul sito di GVM Care & Research, eppure solo la potenza e la profondità di quelle voci narranti mi hanno restituito un senso di calma accettazione, che non significa rassegnazione ma consapevolezza. Oltre alle preoccupazioni e alle riflessioni sul valore della vita e sul proprio vissuto, l’elemento ricorrente nei racconti è il rapporto medico-paziente. C’è chi ha ricevuto la diagnosi di tumore in modo brusco e sbrigativo, chi in maniera delicata e chi ha trovato in sé le risorse per reagire grazie alle parole di professionisti sanitari empatici e competenti: persone prima ancora che medici.

Tutte le storie saranno raccolte in un volume da distribuire gratuitamente per cercare, attraverso la condivisione delle esperienze, di dare supporto a chi sta affrontando una patologia del seno.

Mi racconto. Cartoline del progetto di Medicina Narrativa di GVM Care & Research

Prima di salutare la mostra legata al progetto Mi racconto. Il potere terapeutico delle parole, ho compilato una cartolina. L’indicazione riportata è “Dedica un pensiero alle donne che combattono la battaglia del tumore al seno”. Ho accolto l’invito e spedito la cartolina in un box di raccolta trasparente e già affollato. Spero che il mio messaggio possa donare il calore di un sorriso.

Torno a scrivere di salute

Dopo oltre 4 anni di stop finalmente torno a scrivere di salute. Lo faccio con questo post, il primo – e probabilmente non l’unico – con un taglio personale. Penso sia doveroso per spiegare i motivi dell’assenza e le ragioni della ripresa.

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Persone, non mostri. Perché gli obesi protestano per la diagnosi di obesità mostruosa

Può una diagnosi medica essere tanto offensiva da indignare i pazienti? Sì, se l’espressione scientifica in questione è “obesità mostruosa”.

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Pazienti si nasce o si diventa. Quali competenze digitali per comunicare col medico

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Mai dire Mestruazioni. Un evento naturale tra design e tabù

Jen Lewis è una designer statunitense che ogni mese, durante il ciclo mestruale, raccoglie il sangue in una coppetta e lo versa nel wc dove, a contatto con l’acqua, crea forme sempre diverse e inaspettate. Intanto, Rob Lewis è sempre lì, pronto a fotografare ciò che il sangue mestruale disegna nel water; dopodiché, Rob e Jen scelgono gli scatti migliori e li pubblicano su Menstruaionresearch.org. Si può definire Jen Lewis una designer mestruale e quel che fa insieme a Rob è un atto di ribellione: liberare le donne dal tabù delle mestruazioni.

Rob Lewis, Menstruationresearch.org

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Brava AIRC, bella newsletter!

Siete iscritti alla newsletter dell’AIRC? Beh, dovreste. Perché offre contenuti pratici, consigli utili per la prevenzione dei tumori ed è bella. E la bellezza, secondo me, è un valore anche quando si comunica salute e scienza.

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Newsletter AIRC, Associazione Italiana Ricerca contro il Cancro.

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Chi è il medical writer? Lo spiega Tiziano Cornegliani

Mai sentito parlare di medical writing? È una professione impegnativa e affascinante in cui la formazione medica, la competenza linguistica e la capacità di comunicare si fondono. Cosa fa il medical writer? Come si diventa uno scrittore di testi medici e, in Italia, quanto spazio c’è per un professionista della comunicazione medica? L’ho chiesto a Tiziano Cornegliani, Medical writer e docente al Master in Editoria cartacea e digitale presso l’Università Cattolica di Milano.

Tiziano Cornegliani, Medical writer

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Ci sono giorni in cui sorridere è una sorpresa. Non c’è motivo per farlo, ma gli angoli della bocca si alzano e il viso si distende in un’espressione gioiosa. Ci si sente felici, e questo rende tutto speciale. Si dice che la felicità si impara, che basta esercitarsi per riuscire, senza sforzo, a mettere i bei pensieri al posto di quelli cupi.

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Concettuale, didascalica oppure obiettiva. Quale immagine scelgo?

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Codice etico dei medical blogger – Mike Licht su Flickr

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