Una cosa interessante che rifarò: frequentare un Corso universitario per medici e studenti di Medicina

Corso universitario Medicina narrativa

In questi giorni di fine estate traboccanti di mare, salsedine e nostalgia – e di opprimente umidità – mi preparo a riprendere il lavoro carica di buoni propositi. Il primo è continuare a studiare, a formarmi e a mettermi alla prova con nuovi progetti per crescere professionalmente e, perché no, anche umanamente.

Come ho fatto l’anno scorso quando ho seguito il Corso universitario di competenze trasversali in Medicina narrativa La parola cura, cura la parola.

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Il paziente esperto: insegna la malattia ai medici, la racconta al passato favorendo la richiesta di cure

Ultimamente ho la sensazione che siano aumentate le iniziative che danno centralità e valore al ruolo del paziente esperto, quella persona che convive con una malattia e la conosce talmente bene da poterla insegnare persino ai medici.
O, forse, iniziative del genere ci sono sempre state ma non facevano notizia.

Ma facciamo un passo indietro: chi è il paziente esperto?

Paziente esperto

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E se la vulnerabilità rendesse forti?

Cosa vuol dire vulnerabilità? E cosa, ancora, essere vulnerabili nella malattia?
Come sempre, l’etimologia può essere illuminante.

Dal dizionario Treccani apprendiamo che l’aggettivo vulnerabile deriva dal latino vulnerabĭlis, derivato di vulnerare: ferire.

Chi è vulnerabile è esposto, scoperto, sensibile, può essere ferito con facilità.

Chi si mostra vulnerabile è debole, fragile, indifeso, incapace di proteggersi, dunque può essere attaccato o danneggiato.

Una persona dal carattere vulnerabile si mortifica, offende o deprime facilmente.

A pensarci bene, la vulnerabilità è legata a due emozioni: alla paura di essere feriti da qualcuno o qualcosa proprio perché troppo fragili; all’ansia di dover fare tutto in proprio potere per proteggere l’unica parte forte, non vulnerabile, di sé.

Ce lo insegna la mitologia classica.

Vulnerabilità e forza nella malattia

Vulnerabilità e forza nella malattia

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La medicalizzazione del linguaggio, un fenomeno crescente

Le parole creano mondi, si dice, e così è.

Pensiamo al cosiddetto medicalese: il linguaggio specialistico usato dai medici compreso appieno solo da altri medici e, per questo, fautore di un immaginario che, per secoli, ha collocato i professionisti medico-sanitari tra gli specialisti più rispettati e autorevoli.

Un tempo, andare dal dottore era l’unica occasione per sentire termini medico-scientifici altrimenti assenti in altri contesti quotidiani.

Oggi la tendenza sembra aver subito un’inversione. Le parole del medicalese sono uscite dagli studi medici per farsi strada tra i profani fino a diventare comuni e (abbastanza) comprensibili a tutti (o quasi). Non più relegate alla diagnosi e alla terapia, i vocaboli della cura specialistica sono diventati alla portata di tutti, pronti per essere usati in contesti e da persone così lontani dal mondo medico da subire spesso uno slittamento semantico.

Medicalizzazione della lingua

Medicalizzazione della lingua

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Medicina narrativa, storytelling, brand journalism: l’uso delle storie in sanità

Raccontare storie per informare, comunicare, formare, insegnare; ascoltare storie per apprendere, immedesimarsi, conoscere, crescere. Il fascino del racconto è tale da conquistarci fin dall’infanzia, e il suo essere pervasivo ne fa uno strumento imprescindibile del marketing sanitario come della costruzione del rapporto medico-paziente.

Le storie sono il nucleo della Medicina Narrativa, dello storytelling sanitario e del brand journalism medico-sanitario, con nette differenze di uso e intenti. Vediamo quali.

L'uso delle storie in sanità

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Medical writer: cos’è cambiato con la pandemia da Covid-19? Ne parla Tiziano Cornegliani

Tra i contenuti più letti di Scrivere di salute ce n’è uno risalente a marzo 2015: l’intervista al medical writer Tiziano Cornegliani. In otto anni, l’interesse per questo articolo sembra essere costante, se non aumentato. Perché? Cosa suscita tanto interesse verso la professione del medical writer? Ho chiesto a Tiziano Cornegliani se volesse concedermi una seconda intervista per indagare il tema e lui, da professionista e persona disponibile qual è, ha subito accettato. Ne sono molto lieta.

Tiziano Cornegliani, medical writer

Tiziano Cornegliani, medical writer

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Mi racconto. Il progetto di Medicina Narrativa di GVM Care & Research che dà voce alle donne con il tumore al seno

È una fredda mattina di fine gennaio quando decido di andare al Teatro Margherita di Bari per Mi racconto. Il potere terapeutico delle parole, il progetto di Medicina Narrativa promosso da GVM Care & Research.

Sui pannelli neri dello spazio espositivo campeggiano undici grandi scatti del fotografo veronese Maurizio Marcato, ciascuno illuminato da un faretto che mette in ombra il resto. In quel momento ero sola, una condizione fortunata che mi ha permesso di abbandonarmi, senza distrazioni, all’atmosfera d’intima complicità con le protagoniste dei racconti: le parole delle donne colpite dal tumore al seno.

Mi racconto. Il potere terapeutico delle parole. Mostra di GVM Care & Research

Mi racconto. Il potere terapeutico delle parole. Mostra di GVM Care & Research

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Dizionario di Medicina Narrativa – Parole e pratiche

Agli inizi di novembre 2022 la mia biblioteca si è arricchita di un nuovo titolo: il Dizionario di Medicina Narrativa – Parole e pratiche edito da Scholé (Editrice Morcelliana) a cura di Massimiliano Marinelli e con la prefazione di Rita Charon, la madre della Medicina Narrativa (MN).

Sebbene la Medicina Narrativa intesa come metodo sia nata nel 2000, quello presentato da Scholé nel 2022 è il primo dizionario sul tema edito a livello internazionale e avvalorato dal contributo di Rita Charon. Accade adesso forse perché la comunità scientifica, clinica e anche le persone comuni – pazienti ma non solo – hanno fatto esperienza più o meno diretta del valore dell’ascolto reciproco e della narrazione nel percorso di cura.

Dizionario di Medicina Narrativa

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Effetto Dunnig-Kruger o del perché chi non sa crede di sapere

Sul numero di ottobre 2022 de Le Scienze Telmo Pievani – Professore ordinario di Filosofia delle scienze biologiche dell’Università degli Studi di Padova – ha dedicato un articolo alla capacità delle attitudini antiscientifiche di creare illusioni di sapere per troppa fiducia nelle proprie conoscenze.

Credo sia una riflessione meritevole di approfondimento considerato che mai come negli ultimi due anni la scienza è stata centrale nel dibattito di un pubblico sia specialistico che generalista.

Distorsione cognitiva

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Maternità e salute mentale: letture per accettare tutte le emozioni

È difficile che qualcuno racconti con sincerità il senso di solitudine e la fatica fisica e psicologica di essere genitore, in particolar modo madre. La narrazione della maternità è edulcorata da luoghi comuni che vogliono le mamme forti e possibilmente multitasking. La realtà è tutt’altra.

Si fatica ad accettare il binomio maternità-salute mentale eppure, se la depressione post-partum è un evento ormai acclarato, il malessere psicologico vissuto durante la gravidanza e fino circa al primo anno di vita del bambino (periodo perinatale) è oggetto di sempre più numerose ricerche scientifiche.

Se fare la mamma a tempo pieno può essere una condizione psicologicamente spiazzante anche per chi, come me, ha la grande fortuna di avere un compagno interscambiabile tanto nella gestione famigliare quanto nell’accudimento dei figli, vivere una gravidanza nel pieno della pandemia Covid-19 può aver amplificato le fisiologiche preoccupazioni e stress e aver dato il via a un profondo cambiamento di prospettive su più fronti. È ciò che ho vissuto durante la seconda gestazione.

Maternità e salute mentale

Maternità e salute mentale

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