Ho cercato solidarietà online. La mia vacanza (quasi) salutare

Sono passati esattamente tre mesi dall’ultimo post, una pausa tanto lunga da poter considerare questo un blog malaticcio: un bel paradosso, no? Invece la mia è solo calma apparente, perché ho in mente un sacco di argomenti e storie da condividere, devo solo fare un po’ di ordine e ripartire con la costanza che ho tenuto fino a tre mesi fa. Ricomincio oggi con un post diverso dal solito ma per me utile a introdurre un tema importante: pazienti, medici e web. Continua la lettura

Science writer, storia di un amore tra scienza e poesia

Curiosando qua e là sul web, ho trovato una notizia interessante che mi è parsa calzare a pennello per Scrivere di salute: la storia di Meehan Crist, una ragazza americana Laureata in Lettere che lavora come Science writer. L’aspetto interessante è che Meehan è stata chiamata dalla Columbia University per insegnare agli scienziati come scrivere in modo chiaro, corretto e comprensibile la scienza, il frutto del loro lavoro.

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Il medicalese complica la malattia

Come anticipato ieri, dopo aver parlato della grafia dei medici,  oggi affronto il tema del medicalese, il burocratese dei dottori.

Alopecia androgenetica, iperidrosi, soggetti defedati. Cos’hanno in comune queste espressioni? Si riferiscono tutte a disturbi piuttosto diffusi ma, detti così, sembrano malattie quasi aliene. È l’effetto del medicalese, il linguaggio specialistico usato dai medici per definire le patologie in termini tecnici e, appunto, specialistici.

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La scrittura dei medici nuoce alla salute

Voglio dedicare il primo post di questo blog a una riflessione sul difficile rapporto tra la medicina e la scrittura. Se c’è una cosa che accomuna tutti i medici è la scrittura: tortuosa, geroglifica, stilizzata. In una parola, illeggibile.

La scrittura dei medici, o più correttamente la loro grafia, è uno dei fattori che in alcuni casi concorre a incrementare la malasanità: seguire una terapia sbagliata, per esempio, può essere la conseguenza diretta di un’errata somministrazione di farmaci che, spesso, deriva dalla difficoltà a leggere con chiarezza le indicazioni terapeutiche.

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